Intervento al seminario corale “Un canto che s’udìa per li sentieri”, Lainate (MI) marzo 2006

Intervento di Pippo Molino, compositore, docente al Conservatorio di Milano e direttore del Coro di Comunione e Liberazione, al convegno organizzato dal Coro CET all’interno del seminario corale “Un canto che s’udìa per li sentieri”, Lainate (MI) marzo 2006 .

“Sono contento di essere qui, e la frase che mi è venuta in mente, sentendo parlare prima Mauro Pedrotti e poi Luca Bonavia, è una frase che don Giussani citava spesso negli anni in cui aveva iniziato il movimento di CL (allora GS), quando era insegnante al Berchet, il mio liceo: <Quelli che vivono si incontrano>.

Mi è venuta in mente questa frase, perché stasera vediamo che le cose vere trovano corrispondenza tra di loro.

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1/2 DA ALCUNI SAGGI SU PIPPO MOLINO

…Gran parte dell’arte del nostro secolo s’ è interessata solo al “come” dire una cosa, Molino è interessato soprattutto al “perchè” e al “che cosa” si dice, una posizione fortemente etica… L’elemento inventivo, premessa immancabile a ogni pezzo di Molino, e la struttura che lo veicola non ricalcano schemi prefissati, ma sempre rinnovantesi… (Renzo Cresti, Pippo Molino o del canto ritrovato, ne Il Pasquino Musicale, anno II, Marzo 1992)

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2/2 ALCUNI SCRITTI DI PIPPO MOLINO

La musica come avvenimento, in: Renzo Cresti, I linguaggi delle arti e della musica, l’e(ste)tica della bellezza, (con testimonianze di 64 compositori), Edizioni Il Molo, pag. 181.

Mi è sempre piaciuto comporre musica, e già da questa prima affermazione, forse un po’ troppo sincera o confidenziale, vorrei che si capisse che non mi interessa esprimere concetti che sembrino intelligenti, ma dire molto semplicemente cose vissute. Da un lato mi è sempre piaciuto, dall’altro, e questa seconda attitudine in verità è maturata gradualmente nel tempo, ogni mio scritto musicale è legato a uno spunto emozionale, -si potrebbe dire- a un’idea molto delineata, che deriva da qualcosa di necessario che tale scritto provoca, ispira, richiede. Per necessario intendo per esempio: il pezzo deve, o vuole, essere per un determinato strumento o insieme di strumenti; da questa semplice premessa parte già da qualcosa di necessario, che la limita. Il rapporto con questo tipo di necessità mi è sempre piaciuto, è una specie di sfida ogni volta, ad affrontare l’idea e i limiti imposti di conseguenza dall’idea e insieme dalle condizioni strumentali.
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Dalla tesi finale di Margherita De Laurentis

Dalla tesi finale di Margherita De Laurentis (relatore M. Luca Belloni) per il diploma accademico di II livello in discipline musicali, indirizzo interpretativo-compositivo (2007) al Conservatorio di Adria: “Drammaturgia e vocalità in Sequenza III di Berio e Favola di Molino”, riporto alcuni passi di un’intervista fattami dalla De Laurentis.

9) Perché la musica contemporanea, al contrario della “classica”, rimane riservata ad una nicchia di ascoltatori? Colpa del commercio o anche di educazione? Quanto sono coinvolti in tutto ciò i conservatori?

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